Il Presidente: “Da quel giorno la mafia ha perso, ricordare le vittime 365 giorni all’anno”
“Non si ricordano le vittime portando solo corone ai monumenti, ma con la coerenza 365 giorni l’anno”, con queste parole il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha introdotto, questa mattina nella sede della Regione Lazio, il contenuto di un sondaggio sulla conoscenza delle mafie a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. Il sondaggio, il cui contenuto è stato illustrato nel giorno dell’anniversario della morte del Magistrato Giovanni Falcone, è stato commissionato dalla Regione Lazio all’Istituto di ricerca ‘Quorum-Numeri per vincere’ ed è rivolto ai giovani del territorio appartenenti alla fascia di età 16-30 anni. Alla presentazione ha partecipato anche Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio.
“I sondaggi dimostrano una forte consapevolezza sui fatti di 30 anni fa. Mi ha colpito che il 71% degli intervistati riconosce la pericolosità della mafia rispetto alla criminalità organizzata” – ha detto Zingaretti – “Giovedì 26 maggio a piazza S. Silvestro esporremo l’auto del giudice Falcone assieme a degli studenti e sarà un luogo di ritrovo. Stiamo lavorando per presentare una nuova edizione di Lazio senza mafie che, ricordiamolo sempre, è l’unico rapporto pubblicato da una Istituzione. Il nostro compito è presentare un quadro esaustivo della lotta alla mafia. Se c’è una cosa simbolica in questo trentennale è che i boss mafiosi di allora oggi sono tutti in carcere, da quel giorno di trent’anni fa è accaduto qualcosa che ha fatto vincere lo Stato e la democrazia: questo sondaggio è la base di quello che programmeremo da oggi in poi”, ha aggiunto il presidente della Regione Lazio.
“La cosa che ha stupito di più è la conoscenza del fenomeno e della specificità delle mafie rispetto alla criminalità comune”, ha spiegato ancora Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio, nel corso della conferenza stampa. “Quando si dice qual è la modalità più efficace di contrasto alle mafie si parla di unione tra polizia e forze sociali per batterle”.
Il sondaggio (in allegato)
Sono state effettuate 1.010 interviste a giovani del Lazio tra i 16 e i 30 anni, tra il 14 e il 29 aprile 2022. Il dato complessivo che emerge è importantissimo, in un certo senso anche sorprendente: le ragazze e i ragazzi del Lazio hanno molta più consapevolezza del rischio mafie di quanto molti immaginano. È la conferma che le nuove generazioni sono molto più attente al mondo e al futuro di quanto si racconti.
I numeri:
- Il 65% sa che Falcone, la moglie e la sua scorta sono stati uccisi nella strage del 23 maggio di Capaci.
- Il 63% sa che Borsellino è stato ucciso nella strage di via D’Amelio del 19 luglio.
- Per il 79% dei giovani le mafie sono molto/abbastanza diffuse nel Lazio. E il 46% conosce almeno una “piazza” di spaccio.
- I reati che almeno il 90% dei giovani attribuisce alle mafie sono corruzione (94%), riciclaggio (93%), spaccio di droga (92%), estorsione (90%).
“il sondaggio è pieno di significato, perché registra una grande capacità di lettura del fenomeno mafioso. E permettetemi di aggiungere che se lo avessimo fatto 5 o 10 anni fa, i risultati molto probabilmente sarebbero stati diversi. Perché in questi anni, assieme alle scuole, abbiamo aperto una nuova fase di educazione alla conoscenza delle mafie, alla storia e alle ferite inflitte dalle mafie sul corpo del Paese. A partire dalle stragi in cui hanno perso la vita i giudici Falcone e Borsellino”, ha spiegato ancora Cioffredi che ha aggiunto: “Un’altra cosa importante del sondaggio è che il 60% dei giovani ha avuto almeno una lezione sul tema delle mafie nel suo percorso di studi. Un altro dato molto rilevante è quello che riguarda la conoscenza dei maggiori rischi legati alla criminalità organizzata, rispetto alla ‘normale’ criminalità e sulla percezione di contiguità con la politica: infatti per il 71% dei giovani la mafia è più pericolosa della criminalità perché ha rapporti con ‘pezzi’ di Politica e dello Stato”.
Il presidente Zingaretti ha inoltre illustrato il dato sui beni confiscati: “Ha per noi un enorme valore: il 43% conosce almeno un bene confiscato alle mafie nel Lazio. La Regione ha investito moltissimo in questi anni per ottenere questo risultato, pensando come destinatari dei beni confiscati e riutilizzati proprio ai giovani. Oggi a Roma ci sono un parco e una biblioteca dove prima c’era una villa abusiva dei Casamonica. In un territorio difficile come Ostia c’è una palestra dove ogni giorno s’incontrano per fare sport decine di ragazze e ragazzi al posto di un immobile che apparteneva alla criminalità. Abbiamo salvato e rilanciato nel quartiere la Polisportiva Montespaccato, anch’essa confiscata. A Latina, abbiamo dato in gestione terreni sequestrati alle scuole agrarie. Solo per il 27% chi denuncia è abbastanza tutelato: questo è probabilmente la nota più allarmante del sondaggio, perché fotografa un sentimento di paura e forse anche di scarsa fiducia. Dobbiamo lavorare anche sulla comunicazione, per veicolare il messaggio che lo Stato protegge la parte sana del Paese e che paura e omertà favoriscono le mafie”.