Ogni giorno tanti dipendenti di LAZIOcrea svolgono il proprio lavoro ad Amatrice, nel luoghi colpiti dal sisma dello scorso agosto, fornendo il proprio impegno su più fronti: supporto alle attività amministrative, gestione degli interventi e delle risorse assegnate alle Organizzazioni di Volontariato, assistenza alle attività di prevenzione e programmazione, studio dei modelli previsionali e degli scenari di rischio (incendi, idro-geologico, neve, sismico-vulcanico), attività di gestione operativa degli interventi e delle criticità affidate alle Sale Operative del Centro Funzionale Regionale e della Sala Operativa Multirischio, oltre che al Numero Unico Emergenze, recentemente costituito.
Tutte queste attività comportano una costante comunicazione tra le strutture che, negli anni, hanno consentito l’acquisizione di competenze sul funzionamento dell’intero sistema di Protezione Civile regionale, che ha prodotto la nascita di uno spirito di collaborazione e dedizione di tutte le donne e gli uomini impegnati nel Progetto Protezione Civile.
A tutti coloro che hanno voluto prestare la propria attività direttamente sul campo fin dalle primissime ore successive al terremoto è stato richiesto un particolare sforzo: circa 40 dipendenti si sono alternati nel corso delle attività e alcuni dei quali sono diventati veri e propri punti di riferimento sia per l’Agenzia di Protezione Civile sia per le persone del posto. Un orgoglio aziendale a tutti gli effetti!
Qui di seguito l’intervista a Tiziano Spina, Coordinatore Area Progetti Protezione Civile.
Qual è stato il lavoro durante l’emergenza sisma?
La prima fase è stata quella del soccorso vero e proprio. Nelle primissime ore, presso la Sala Italia del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, il gruppo di lavoro ha contribuito a definire le strategie di intervento e successivamente a coordinare tutte le azioni delle amministrazioni ed enti coinvolti nel soccorso, con l’obiettivo di valutare notizie, dati e richieste provenienti dalle zone interessate all’emergenza. Le risorse impiegate nel progetto hanno gestito il flusso di comunicazioni da e per gli oltre venti campi tenda allestiti nei luoghi dell’evento, per poter dare ospitalità alla popolazione colpita. Nello specifico i dipendenti LAZIOcrea hanno contribuito, in perfetta sinergia con il personale della Sala Operativa, a creare un’anagrafe degli ospitati; approvvigionare la popolazione del fabbisogno quotidiano di risorse alimentari e presidi medico-sanitari; fornire i servizi essenziali, organizzare i servizi di accoglienza dei campi, gestire i centri di raccolta dei beni donati attraverso la straordinaria “macchina” della solidarietà.
Da subito i colleghi geologi sono stati impiegati nell’attività di raccolta ed elaborazione dei dati relativi al sisma e ai possibili scenari evolutivi, coordinando i sopralluoghi sul territorio, in collaborazione con gli enti di ricerca (CNR, ISPRA, ENEA, ecc.) e con il personale del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale.
Dopo la prima fase emergenziale, si è passati alla fase “conservativa”: i campi tenda sono stati smontati, molti sfollati sono stati spostati negli alberghi sulla costa adriatica, tantissime altre persone hanno scelto, o dovuto scegliere, di rivolgersi al contributo per l’Autonoma Sistemazione (CAS).
I colleghi LAZIOcrea si sono resi disponibili a fornire supporto per l’implementazione delle misure di sostegno previste per le popolazioni colpite: le esenzioni fiscali e sanitarie, i contributi per Autonoma sistemazione, l’esenzione dal pagamento del trasporto pubblico regionale, le misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti e per gli imprenditori, le esenzioni dal pagamento delle utenze.
C’è mai stata la paura di non riuscire a farcela?
Per poter rispondere a questa domanda è necessaria una premessa.
Proviamo a pensare alla nostra vita quotidiana: ai bisogni primari e alle contingenze, cibo, acqua, vestiario, assistenza medica, ma anche alla vita “pratica”, fatta di bollette, lavatrici, giochi dei bambini, sport, svago, spostamenti, lavoro. E poi il dialogo, l’esigenza di stabilire relazioni umane, il benessere psicologico, il bisogno di essere ascoltati. Ecco, ora proviamo ad immaginare di perdere tutto questo, in un istante.
Il lavoro da fare è stato ed è ancora questo e senza banalizzare, possiamo dire che abbiamo provato a colmare il “vuoto” generato dal sisma nelle tante persone colpite dal disastro. Abbiamo tentato di ridare a quelle persone il nuovo incipit di una vita normale, per un ritorno alla “normalità” magari insperato, viste le condizioni dei comuni nella zona del cratere. Abbandonare per molto tempo la propria città, la propria casa, i propri affetti, non è stato semplice per i colleghi impegnati in questo lavoro. Inoltre, il contatto diretto con la tragedia genera conseguenze sull’umore, sullo stato d’animo: l’enorme sofferenza con cui si viene a contatto sembra qualcosa di troppo grande da affrontare. Certo che c’è stata la paura, la paura non può non esserci: l’importante è farla diventare una risorsa, gestendola in nome di obiettivi credibili. Ogni mattina nuovi e diversi tra loro erano gli obiettivi da raggiungere: dalla difficoltà di rifornire d’acqua tutti gli sfollati, alla impossibilità di preparare un piatto caldo per tutti, alla carenza di generi di prima necessità; dalla tettoia della S.A.E., alla pratica in sospeso. Il più delle volte, poi, si trattava di tematiche mai affrontate prima, per di più in condizioni precarie e al servizio di persone duramente colpite.
In questo contesto, per tutti noi della Protezione Civile Regionale, era assolutamente necessario dare il meglio in un momento così drammatico. La forza ci veniva soprattutto dallo sguardo delle persone intorno a noi.
Quali sono state le soddisfazioni più grandi?
Il “grazie” delle persone per un problema risolto. Regalare loro attenzione e un sorriso.
Le prossime attività previste?
Il nostro personale, opportunamente formato sugli aspetti più tecnici, si sta occupando e si occuperà in futuro dell’Ufficio Ricostruzione. I compiti da svolgere, in questo contesto, sono la fornitura del supporto nella ricezione e nell’evasione delle richieste di rimozione macerie, l’evasione delle richieste di rilievi tecnici propedeutici alle eventuali istanze di abbattimento e/o ricostruzione parziale o totale degli edifici e delle abitazioni. In quest’ambito, come è facile intuire, la situazione è tuttora in costante evoluzione e in via di definizione, anche in riferimento ai compiti futuri dei nostri colleghi.