“DigitALL: Innovation and technology for gender equality” – “Innovazione e Tecnologia per l’Uguaglianza di Genere” – questo il tema della Giornata Internazionale della donna per il 2023

Questo è il tema della Giornata Internazionale della donna per il 2023, giornata dedicata, dalle Nazioni Unite, alla celebrazione delle conquiste delle donne e alla ricerca della parità di genere e di uguaglianza intesa, quest’ultima, come un diritto umano fondamentale.
L’idea di evocare futuro e tecnologia per rappresentare l’8 marzo 2023 è in sintonia con l’obiettivo della 67a sessione della “Commissione sullo status delle donne” (CSW-67) (6-17 marzo) “L’innovazione e il cambiamento tecnologico e l’educazione nell’era digitale per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne“.

L’Intelligenza Artificiale (IA) e le tecnologie correlate hanno iniziato a modellare spazi importanti dell’economia digitale e ad influenzare le aree essenziali della società. Il loro utilizzo nella vita quotidiana è in aumento e copre tutti i campi delle nostre attività.

Se da un lato si possono immaginare scenari “rivoluzionari” e opportunità economiche, dall’altro sono già evidenti i rischi legati all’autodeterminazione individuale, ai problemi etici spesso sottovalutati e al sorgere di questioni giuridiche di estrema rilevanza.

Nel mondo del lavoro, poi dette tecnologie sono ancora più pervasive.

I rapporti tra le stesse, ed in particolare i sistemi di Intelligenza Artificiale, e mondo del lavoro, infatti, saranno regolati da modelli che, pur presentandosi come prodotti di strumenti matematici “neutri”, di fatto, neutri non sono, così come spesso non sono né trasparenti e né contestabili.

Così come di difficile confutazione saranno le classificazioni degli individui che verranno individuate attraverso le informazioni dettagliate sui singoli, reperibili nelle tracce digitali, categorie che andranno a rafforzare le diverse forme di stereotipi come ad esempio quelli discriminatori nei confronti delle donne.

I fenomeni del rapido potenziamento dell’automazione, le piattaforme come datori di lavoro, la robotica e gli algoritmi come motori di scelta e gestione e la difficoltà di riqualificazione e upskilling, soprattutto nella condizione femminile aggravata da un esistente gap digitale, stanno originando molti interrogativi sui conseguenti impatti sul futuro del lavoro (nonché su chi perderà o trarrà convenienza dalla loro espansione) e sulla capacità dei nostri sistemi giuridici e delle strategie di advocacy, di mitigare i rischi che potranno riflettersi proprio sulla tutela dei diritti.

Le preoccupazioni, dunque, sono molte: le decisioni automatizzate, la qualità dell’analisi dei dati e l’adattabilità dei sistemi, basandosi su modelli “alimentati” da umani, potrebbero generare distorsioni rilevanti e fonti di pregiudizi (consci o inconsci) e consolidare forme di discriminazione storiche.

Siamo sicuri che tutto ciò non si riveli, per le donne, un ulteriore ostacolo oggettivo nel mondo del lavoro?

Siamo convinte che il cambiamento determinato dalla rivoluzione tecnologica in atto non possa non riguardare le donne. La promozione delle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) – prerogativa ancora prevalentemente maschile – e il contrasto alle barriere sociali ed economiche che penalizzano le donne in questo campo, oltre che ridurre la disparità di genere, potrà contribuire a risolvere le criticità connesse all’utilizzo ed alla diffusione delle nuove tecnologie.

L’ingresso di un maggior numero di donne nel mondo della scienza e della tecnologia contribuirà a determinare, attraverso l’osservazione e lo studio delle problematiche da prospettive differenti, la creazione di nuovi modelli di riferimento e ad evidenziare soluzioni in grado di risolvere situazione discriminanti, dirette e indirette, non eque ed opache, che un utilizzo esclusivamente al maschile della tecnologia potrebbe comportare.

Lavorare insieme per migliorare l’impianto normativo esistente per garantire una sostanziale parità giuridica e combattere forme di discriminazioni fondate sul genere, gestendo e monitorando le nuove tecnologie, è il miglior modo per celebrare la giornata dell’8 marzo.

Come Consigliere regionali di parità auspichiamo che, anche attraverso una corretta e virtuosa gestione delle innovazioni e una maggiore partecipazione delle donne alle stesse sia in fase progettuale che di controllo, si possa ripensare a modelli economici più inclusivi, sostenibili, equi e resilienti rispetto quelli in uso.

Le Consigliere regionali di parità del Lazio
Dott.ssa Silvia D’Oro
Avv. Luciana Delfini