«Apollo e Dioniso. Questi nomi rappresentano nel dominio dell’arte dei contrari stilistici, che incedono l’uno accanto all’altro quasi sempre in lotta tra loro, e appaiono fusi una volta soltanto, quando culmina la volontà ellenica, nell’opera d’arte della tragedia attica. In due stati, difatti, l’uomo raggiunge il sentimento estatico dell’esistenza, nel sogno e nell’ebbrezza. La bella illusione del mondo del sogno, dove ogni uomo è artista pieno, è madre di ogni arte figurativa e altresì di una metà importante della poesia». Da “La visione dionisiaca del mondo” negli scritti filosofici del pensatore tedesco Friedrich Nietzsche alla mostra Angeli e Demoni.
La Moda al di là del bene e del male, a cura di Stefano Dominella, negli spazi museali del Castello “baciato dal mare” di Santa Severa, non distante da Roma. Il percorso espositivo, visitabile dal 6 giugno fino al prossimo 28 luglio, promosso dalla Regione Lazio e realizzato da LAZIOcrea con il Comune di Santa Marinella, MiBAC e Coopculture, è una narrazione visiva che, tra teatralità, misticismo, esoterismo e provocazione, approfondisce il concetto di trasformismo nella moda grazie alla creatività di stilisti emergenti e storiche griffe. Con lo sguardo rivolto al passato e puntando sul futuro del fashion, Dominella, affiancato all’opening dal presidente di LAZIOcrea Luigi Pomponio, dal direttore del Polo museale di Santa Severa Flavio Enei, dal sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei e dal direttore cultura della Regione Miriam Cipriani, sottolinea «il sistema è molto cambiato negli ultimi anni.
Il Castello di Santa Severa si veste di una nuova luce, tra minuziosi ricami, sete, organze e chiffon. Ore preziose di ago e filo con la maestria sartoriale dell’antica tradizione artigiana che talentuosi deigner in esposizione, come Italo Marseglia, Filippo Laterza, Santo Costanzo e Ivan Donev, reinterpretano con un savoir faire contemporaneo. Il museo si trasforma in una gallery, fondendo alla realtà il fascino della rappresentazione, mescolando sacro e profano. Un incontro-scontro tra look underground, che richiamano gli anni ’80 in una spettacolare visione “Camp”, con i sontuosi, onirici e angelici abiti couture che omaggiano fede e religiosità.
Trasgressione e preghiera, urban style e daily wear. Alta moda e creazioni iconiche realizzate per illustri personaggi del mondo dello spettacolo e della lirica da costumisti di fama internazionale come Piero Tosi per Federico Fellini, Alberto Verso per Charlotte Rampling e Sylvano Bussotti per l’opera lirica “L’Incoronazione di Poppea”. Tutte rese celebri perché indossate da attori e attrici in pellicole cult tra cui “Tre passi nel delirio” (1967) e “Rebus” (1989). Poi gli abiti da palcoscenisco delle star italiane e non, tra cui Renato Zero, Raffaella Carrà, Monica Vitti, Beyoncé (che ne ha indossato uno total black tempestato di pietre dure e firmato da Guillermo Mariotto per Gattinoni Couture), Elton John e Shirley Bassey. Tra i demoni dell’Inferno dantesco curato da Dominella pure alcune divise di taglio nazista e di triste memoria. Diavoli del narcisimo ideologico di un tempo che non si ripeterà e monito per coloro che non hanno conosciuto la dittatura, la violenza gratuita e il bullismo. Nell’ideale promenade che conduce al Paradiso, con le opere-scultura dell’artista viterbese Federico Paris che arricchiscono l’allestimento scenografico, si rispolverano, accanto ai lavori sartoriali degli stilisti in erba, gli archivi di prestigiose maison e collezionisti privati: dal rinomato pigiama palazzo con gocce di cristallo di Irene Galitzine, passando per Moschino e Jean Paul Gaultier (collezione Fidanza), Gattinoni, Filippo Sorcinelli, Guillermo Mariotto, fino ai gioielli del jewelry designer Gianni de Benedittis. E ancora Alessandro Consiglio, Silvia Giovanardi, Tommaso Fux, Andrea Lambiase, Christian Luongo, Natalia Rinaldi, Francesca Nori e Gianluca Saitto, Guido Di Sante, Simona Milone ed Eleonora Volpe. In mostra, inoltre, spiccano le creazioni sospese tra arte e moda della costume designer Anna Rotella, ideate in collaborazione con gli artisti Marco Caracuzzo e Fabio Truffa. Tributo al grande teatro e al cinema con i costumi provenienti da Annamode Costumes, dalla Sartoria Farani e dalla Sartoria Nori. Perché, nel bene e nel male, è moda.