Il 23 maggio rappresenta una data scolpita nella memoria di tutti gli italiani. La Strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, con tratti forti nella storia della Repubblica, fa parte del nostro stesso senso civico.
La Regione Lazio, in collaborazione con il Progetto Abc, il Miur/ Ufficio Scolastico Regionale e LAZIOcrea, nel XXVI Anniversario della strage ha organizzato al Teatro Argentina la presentazione del libro “A Mano Disarmata-Cronaca di millesettecento giorni sotto scorta” di Federica Angeli, giornalista della cronaca romana di Repubblica costretta a vivere sotto scorta per le minacce dei clan criminali di Ostia.
Oltre all’autrice hanno preso parte: Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, Giovanni Salvi, Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma, Emanuele Bevilacqua, Presidente Teatro di Roma, Enrico Bellavia, giornalista di Repubblica e Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio.
Alcune pagine del libro sono state lette da Donatella Finocchiaro con musiche di Nicola Alesini. Valentina Minzoni reciterà un monologo tratto dallo spettacolo “Dieci storie proprio cosi”. Nel corso della manifestazione il Presidente Nicola Zingaretti ha consegnato il Codice Penale utilizzato da Giovanni Falcone all’Istituto Superiore “Carlo Urbani” di Nuova Ostia, che lo custodirà per un anno nel proprio Istituto in una sorta di staffetta che grazie al Miur ha riguardato tante scuole italiane, tra cui il Liceo Peano che lo ha ricevuto l’anno scorso.
“Il Lazio diventa cosi l’unica Regione che per tre anni consecutivi ha avuto il privilegio di conservare il Codice Falcone nelle scuole del proprio territorio” – ha dichiarato Nicola Zingaretti. “Vogliamo unire la memoria e il ricordo delle vittime di mafie con l’impegno alla mobilitazione civile nel contrasto alle mafie nel Lazio e per questa ragione abbiamo deciso di declinare il ricordo della strage di Capaci con la necessità di difendere il dovere di cronaca e il diritto dei cittadini ad essere informati. Sono sempre di più, infatti, i giornalisti come Federica Angeli che, solo perché compiono il proprio dovere, subiscono minacce ed intimidazioni dalle organizzazioni criminali, che invece preferiscono il buio e l’opacità dei territori nei quali agiscono con i loro affari illeciti“.